Federico Eichberg, Angelo Mellone
Il domani appartiene al Noi
150 passi per uscire dal presentismo
Cartaceo
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L’Italia che compie 150 anni appare una nazione immemore della sua storia e schiacciata nell’orizzonte stretto del presentismo. Il marketing dell’apparenza conta più dell’impegno civile. La gara al consenso immediato viene prima della solidarietà
L’Italia che compie 150 anni appare una nazione immemore della sua storia e schiacciata nell’orizzonte stretto del presentismo. Il marketing dell’apparenza conta più dell’impegno civile. La gara al consenso immediato viene prima della solidarietà tra generazioni. Conta solo ciò che esiste oggi: da conquistare con ogni mezzo. Presentista è anche l’illusione che l’Italia sia un grande parco giochi per adolescenti, un’immensa piazza televisiva, una nazione che non ha più la forza e la voglia di indignarsi senza cadere nella trappola di un radicalismo senza prospettive. La variabile chiave non è la certezza del declino ma il pericolo del degrado: civile, morale, etico, paesaggistico, il degrado di una politica bloccata e incapace di superare lo scontro apocalittico tra le “due Italie”. E così restano inevase le grandi questioni del rilancio etico, culturale, sociale ed economico. Il 150esimo anniversario dell’Unità, il Giubileo della Patria, deve essere però l’occasione per una grande operazione di sincerità. E dunque dalla critica della “deriva presentista” prende le mosse questo saggio, una prospettiva ribelle sull’Italia che si smarca da lamenti e piagnistei e riscopre il “noi” come categoria politica, come atto di ribellione all’individualismo, al disimpegno e alla privatizzazione dell’etica. Il sentimento del “noi”, che è apparso nei momenti migliori della nostra storia nazionale, è la risorsa cruciale per la rinascenza dello “spirito italiano”.