I tempi della «Rerum Novarum»
a cura di Gabriele De Rosa
Cartaceo
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Sono trascorsi circa dodici anni da quando si tenne all’Istituto Luigi Sturzo il convegno europeo nel centenario della Enciclica Rerum Novarum.
Gli atti del convegno vedono la luce solo oggi, dopo dodici anni di travaglio
Sono trascorsi circa dodici anni da quando si tenne all’Istituto Luigi Sturzo il convegno europeo nel centenario della Enciclica Rerum Novarum.
Gli atti del convegno vedono la luce solo oggi, dopo dodici anni di travaglio per la raccolta degli atti, per la traduzione di alcune relazioni, i ripensamenti vari degli autori, gli scambi delle bozze. Più volte siamo stati tentati di rinunciare a così complessa operazione editoriale. Alla fine è prevalso il convincimento dell’importanza, per più di un aspetto, del convegno, della validità e originalità del confronto diretto fra «scuole», indirizzi storiografici diversi nella valutazione della più famosa e discussa enciclica della Chiesa nell’età contemporanea, sulla ricezione che se ne ebbe nei vari paesi europei, tale da farne un «testo evento» (Boutry), che ha aperto alla Chiesa e al mondo cattolico uno spazio nuovo, liberatorio da forme e paure preclusive verso il dinamico svolgimento sociale proprio dell’economia capitalistica. Una acquisizione che non avviene all’improvviso, alla data canonica del 15 maggio 1891, ma con una crescente gradualità, al tempo stesso pragmatica e riflessiva.(Dalla presentazione di Gabriele De Rosa)Sono trascorsi circa dodici anni da quando si tenne all’Istituto Luigi Sturzo il convegno europeo nel centenario della Enciclica Rerum Novarum.Gli atti del convegno vedono la luce solo oggi, dopo dodici anni di travaglio per la raccolta degli atti, per la traduzione di alcune relazioni, i ripensamenti vari degli autori, gli scambi delle bozze. Più volte siamo stati tentati di rinunciare a così complessa operazione editoriale. Alla fine è prevalso il convincimento dell’importanza, per più di un aspetto, del convegno, della validità e originalità del confronto diretto fra «scuole», indirizzi storiografici diversi nella valutazione della più famosa e discussa enciclica della Chiesa nell’età contemporanea, sulla ricezione che se ne ebbe nei vari paesi europei, tale da farne un «testo evento» (Boutry), che ha aperto alla Chiesa e al mondo cattolico uno spazio nuovo, liberatorio da forme e paure preclusive verso il dinamico svolgimento sociale proprio dell’economia capitalistica. Una acquisizione che non avviene all’improvviso, alla data canonica del 15 maggio 1891, ma con una crescente gradualità, al tempo stesso pragmatica e riflessiva.
(Dalla presentazione di Gabriele De Rosa)
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