I Magaldi
Inventori e innovatori dalla terra degli ulivi alla competizione globale
Cartaceo
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Protagonisti di questa storia sono i Magaldi, di origine fiorentina, arrivati in Lucania nel XVI secolo per costruire la Torre di difesa costiera di Santa Venere, passati quindi nell’entroterra lucano a San Quirico Raparo,
Protagonisti di questa storia sono i Magaldi, di origine fiorentina, arrivati in Lucania nel XVI secolo per costruire la Torre di difesa costiera di Santa Venere, passati quindi nell’entroterra lucano a San Quirico Raparo, poi in Campania, a Buccino, alla fine del XVIII secolo. Una famiglia di gente operosa e intraprendente che ha stabilito nella cittadina, che in epoca pre-romana fu la mitica Vulcei, la sua nuova patria. I Magaldi di Buccino, fin dal loro arrivo nella cittadina annidata sul colle che guarda la valle del fiume Bianco, furono dediti alle arti meccaniche, fabbricando con paziente attenzione attrezzi da lavoro, orologi da torre, armi bianche e da fuoco, serrature e oggetti in ottone o ferro battuto; non tralasciarono, però, il lavoro della terra e alla terra fecero ricorso per ricavarne i frutti preziosi: il grano, la vite e innanzitutto l’ulivo. Dimostrò una siffatta duplice predilezione Eduardo Magaldi, nonno di Mario Magaldi, presidente dell’industria Magaldi di oggi, artefice capace di costruire una trebbiatrice nella sua bottega artigianale. Lo stesso Eduardo, ogni anno, quando il grano era maturo, sospendeva le sue attività meccaniche, affidava l’officina ai suoi fidati collaboratori e per circa un mese, con la macchina trainata da muli, andava in giro a mietere il grano per le limitrofe terre dell’Irpinia, della Basilicata e della Puglia. Era uomo dotato di grande ingegno, tenace e instancabile nel lavoro, e la campagna del grano rappresentava per lui una sorta di gradevole vacanza che, comunque, non lo privava dell’orgoglio e del bisogno di sentirsi utile e produttivo. Dopo la storia di alcuni tra questi uomini del passato, dotati di eccellente capacità costruttiva e di fervida inventiva nel loro lavoro, legati alla famiglia, alla storia e alle tradizioni antiche del luogo in cui vivevano, il libro racconta di coloro che nel secolo scorso e nel nuovo millennio, sono stati protagonisti nella trasformazione delle attività produttive dalla dimensione artigianale a quella di una vera e propria industria, quella stessa che oggi eccelle per strutture di ricerca, per capacità innovativa e per la totale affidabilità di tutto ciò che produce. Nulla avviene per caso: la creatività, la tenacia, l’umanità e la fede incessante che hanno caratterizzato, e segneranno ancora, il lavoro dell’impresa salernitana Magaldi, giovano anche a dimostrare che è sicuramente possibile confidare nella convivenza tra etica e industria, due entità generalmente ritenute antitetiche.
Rassegna
- Gazzetta di Parma 2024.04.14
Viaggio attraverso la «nevrosi calabrese»
di Lucilla Lijoi