I girondini del ‘900 e altri scritti politici
Prefazione di Antonio Carioti
Cartaceo
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Il contrasto fra girondini e giacobini non è soltanto un episodio importante della Rivoluzione francese, ma il primo capitolo di un conflitto epocale, destinato a durare per lungo tempo, tra due concezioni politiche opposte:
Il contrasto fra girondini e giacobini non è soltanto un episodio importante della Rivoluzione francese, ma il primo capitolo di un conflitto epocale, destinato a durare per lungo tempo, tra due concezioni politiche opposte: l’una fondata sulla tutela rigorosa dei diritti individuali, l’altra animata dal mito della volontà generale e fautrice di un primato assoluto della politica su ogni altra attività umana. È la tesi sostenuta da Mario Vinciguerra in questo libro del 1927, che individua in filigrana la radice giacobino-napoleonica del fascismo, anticipando le conclusioni dei successivi studi di Guglielmo Ferrero, Jacob Talmon e Renzo De Felice. Contro la statolatria dilagante in Italia e in Europa, l’autore invoca una «rinascita girondina», che riaffermi la validità del pensiero liberale anche nel XX secolo.
Il volume è arricchito da una serie di scritti successivi, che illustrano l’evoluzione delle idee di Vinciguerra: dalla cospirazione antifascista alla militanza azionista, dalla battaglia per la Repubblica alla scelta anticomunista, dal sostegno a De Gasperi alla denuncia delle degenerazioni partitocratiche, fino alla decisione di aderire al movimento presidenzialista di Randolfo Pacciardi. Il percorso originale e coraggioro di un uomo libero.