Giacomo Mancini
mio padre
Prefazione di Pietro Mancini
Cartaceo
€7,60 €8,00
Giacomo Mancini, mio padre non è propriamente un saggio sul più amato e più combattuto uomo politico calabrese, scomparso l’8 aprile 2002, né può definirsi una biografia in senso stretto. Scritto dal figlio Pietro,
Giacomo Mancini, mio padre non è propriamente un saggio sul più amato e più combattuto uomo politico calabrese, scomparso l’8 aprile 2002, né può definirsi una biografia in senso stretto. Scritto dal figlio Pietro, forse per il bisogno di estinguere (se mai è possibile) un debito etico nei confronti del padre, esso si presenta come un memoriale in cui fatti e momenti della lunghissima storia politica del deputato socialista – e, prima ancora, dello studente di giurisprudenza a Torino, del partecipante alla lotta clandestina contro il nazifascismo a Roma, e poi del ministro della Sanità, dei Lavori Pubblici, del Mezzogiorno, del segretario di Partito, del meridionalista lungimirante, del polemista irriducibile, del riformista autentico, del lottatore indefesso contro le lobbies e i potentati di ogni genere, del difensore dei diritti e delle libertà costituzionali, del paladino del garantismo anche nei momenti di sofferenza della democrazia e di timore per la tenuta dello Stato democratico, del sindaco innovatore che inaugura un nuovo e più moderno modo di amministrare fino a cambiare il volto della sua Cosenza – emergono attraverso varie ed autorevoli testimonianze di politici di vecchia e nuova generazione, di giornalisti, comprese quelle dello stesso Autore, sempre lucide e mai falsate o distorte dal naturale sentimento d’affetto che pure circola come sangue vivo tra le pagine di questo libro. Che non è, perciò, un monumento all’uomo infallibile; vi si registrano, infatti, anche gli errori, inevitabili per chi pratica da protagonista le trincee della politica nazionale per l’intero e lungo corso della vita; le battaglie non vinte, i momenti difficili dell’uomo di potere, fatto bersaglio di numerose campagne scandalistiche; quelli dell’uomo sofferente, ma non piegato per l’allucinante, kafkiana vicenda giudiziaria di accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. E non manca la parte familiare e privata; quella dei sentimenti, degli affetti, delle confidenze, delle vecchie e imperiture amicizie, sicché Giacomo Mancini, mio padre, offre un ritratto a tutto tondo del politico e dell’uomo, conclusivamente ed efficacemente consegnato ai lettori “con quel suo sguardo da miope, dolce e sicuro, rivolto verso l’orizzonte, come per sottolineare l’incrollabile certezza che, al di là delle nuvole, vi è sempre un nuovo sole nascente, socialista, libertario, laico, caparbiamente meridionale.”