Foscolo e i poeti latini
Sed fugit interea, fugit inreparabile tempus
Cartaceo
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Lo scopo di questo libro è di accostare il laboratorio di Foscolo; nello specifico Sonetti, Sepolcri e Grazie. Il Poeta, dopo essere approdato dai Sonetti all’esperienza dei Sepolcri prima e delle Grazie poi, fa
Lo scopo di questo libro è di accostare il laboratorio di Foscolo; nello specifico Sonetti, Sepolcri e Grazie. Il Poeta, dopo essere approdato dai Sonetti all’esperienza dei Sepolcri prima e delle Grazie poi, fa un uso dei poeti latini e greci non più in maniera subalterna e centonaria, ma oramai consapevole e matura: basti pensare alla rappresentazione di Omero nei Sepolcri e al più maturo riutilizzo di Pindaro nelle Grazie. Foscolo è poeta dotto e raffinato; compito, pertanto, del lavorio critico è quello di comprendere ed esaminare la tensione tra il confronto coi modelli e la ricerca di un linguaggio personale. L’esito di questa sperimentazione è la fusione di tre letterature: greca, latina, italiana – intesa nella purezza dell’idioma toscano – permettendo così un mitico “abbraccio” tra la Grecia e Firenze.
Indice
Premessa
Cap. I
Foscolo e i poeti antichi
1.1. Il Neoclassicismo
1.2. Due edizioni virgiliane appartenute al poeta
Cap. II
La Chioma di Berenice. Mito e allegoria
Cap. III
I Sonetti maggiori. La «dissociazione» dal modello greco
Nota metodologica
3.1. Sonetto I. Forse perché della fatal quïete
3.2. Sonetto IX. Né più mai toccherò le sacre sponde
3.3. Sonetto X. Un dì, s’io non andrò sempre fuggendo
3.4. Dai Sonetti ai Sepolcri. L’Inno alla Nave delle Muse
Cap. IV
I Sepolcri
4.1. La riscrittura dell’ Iliade nei Sepolcri: Omero contaminato con Virgilio
Cap. V
La tessitura delle Grazie
5.1. Genesi e tempi di composizione
5.2. Struttura del carme
5.3. Seconda redazione dell’Inno. (O “Inno monopartito”)
5.4. “Versi del rito”
5.5. Redazione dell’Inno secondo il “Quadernone”
Inno primo
Inno secondo
Inno terzo
5.6. I “Versi del velo”
Bibliografia