Da che parte sta il mare
“L’estate di quell’anno la nostra casa fu un capanno di legno ai Bagni Procopio…” Quell’anno, c’è un anno nella vita di tutti che è metafora della vita intera, era il 1956 e il capanno
“L’estate di quell’anno la nostra casa fu un capanno di legno ai Bagni Procopio…” Quell’anno, c’è un anno nella vita di tutti che è metafora della vita intera, era il 1956 e il capanno era ai Bagni Procopio della punta estrema della Calabria, davanti alla Sicilia e al suo mare. Era la vigilia del boom economico ed era un pezzo di un Sud pieno di ferite e lontanissimo dal resto del Paese. Anna ha otto anni, apre i suoi occhi innocenti sul mondo attraverso le vicende della sua famiglia girovaga, intellettuale, autarchica, e lo racconta con lo stupore crudele che solo i bambini posseggono. Guendalina che nasce e Dio che si nasconde, “Il Cittadino” che esce e suo padre che muore. Da che parte sta il mare?, chiede Anna a sua madre quando i confini della sua giornata diventano soffocanti. Il mare c’è sempre, anche se non si vede, le risponde sua madre, ed è infinito. Come la scrittura, l’unica arma di libertà e di liberazione, in grado di raccontare quello che si vede, e soprattutto quello che non si vede.
Rassegna
- 2014.11.24
Calabria: stravince Annarosa Macrì - Il Quotidiano della Calabria 2014.05.20
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