Costriure comunità per costruire futuri
Le quattro piume della politica urbanistica in Italia
Cartaceo
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In questo racconto ho cercato di raccogliere alcune riflessioni intorno alla politica urbanistica, alla varietà dei suoi saperi e delle sue pratiche, alla ricchezza dei suoi temi e a quel sistema di fattori, negativi
In questo racconto ho cercato di raccogliere alcune riflessioni intorno alla politica urbanistica, alla varietà dei suoi saperi e delle sue pratiche, alla ricchezza dei suoi temi e a quel sistema di fattori, negativi e di diversa natura, che si sono venuti consolidando in questi ultimi decenni ed hanno determinato un lungo e ininterrotto periodo di compromessi e abdicazioni: il che ha determinato, a mio parere, una crisi di identità e di legittimità della disciplina. Il progetto di futuro di una comunità costituisce, e come tale deve essere vissuto, il “bene comune” per eccellenza: ma la vera condizione perché un progetto di futuro possa diventare “bene comune” è legata all’attivo coinvolgimento di coloro, i cittadini organizzati in più e diverse comunità, cui tale progetto è rivolto e che devono potersi organizzare in una partecipazione supportata da un reale potere deliberativo. Occorre, quindi, incoraggiare l’esplicarsi di creatività e di ricerca per progetti di futuro che vogliono coniugare equità e bellezza: ed è questo il tema centrale, il filo rosso che lega le diverse argomentazioni in cui si articola il nostro racconto. La foto in copertina della ragazza che, in altalena, vola sulla città è un omaggio a Jane Jacobs, un’urbanista che ha creduto nella necessità di un nuovo sguardo sulla città per comprendere la vitalità delle relazioni fra comunità e luoghi da queste vissute e poter costruire una più consapevole progettazione degli spazi urbani da abitare e sognare.