Cartouche
Era alto appena un metro e cinquanta, viso di zolfo, corpo e muscoli da saltimbanco. Analfabeta, pluriomicida e alcolizzato, nella Parigi della Reggenza di Filippo d’Orléans, a soli 20 anni ne divenne il padrone
Era alto appena un metro e cinquanta, viso di zolfo, corpo e muscoli da saltimbanco. Analfabeta, pluriomicida e alcolizzato, nella Parigi della Reggenza di Filippo d’Orléans, a soli 20 anni ne divenne il padrone assoluto, disponendo a suo piacimento di uomini e cose: controllo della prostituzione, ricatti, aggressioni, rapine…compiacenti i gendarmi, compiacenti i giudici, compiacente una città che vide in lui un mito da immortalare nei versi dei cantori girovaghi.
Ebbe tutte le donne che volle ma probabilmente amò solo se stesso e quella Parigi ricca e pezzente, oscena e senza Dio, che gli era entrata nel sangue.
Perse il suo trono solo quando entrarono in campo le brigate speciali volute dai militari, il giorno che il suo luogotenente lo tradì in cambio di un salvacondotto.
Si chiamava Luois Dominique Cartouche.
Era l’Enfant di Parigi.
Rassegna
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Intervista a mons. Domenico Battaglia – Città “mille colori” e “mille paure”
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Don Battaglia: «L’Autonomia legittima l’ingiustizia più grave»
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Esperto di fragilità
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“È un’ombra sulla città la sfida è aiutare i giovani per battere la malavita”
di Domenico Agasso