Cantieri d’Occidente
Scienze sociali e democrazia tra Europa e Stati Uniti dopo la Seconda guerra mondiale
a cura di Sandro Mezzadra
Cartaceo
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è sullo sfondo delle macerie della Seconda guerra mondiale, nella luce abbagliante di Hiroshima e mentre ancora i fumi di Birkenau incombono sull’Europa, che la democrazia si fa“occidentale”. Alle spalle, un decennio terribile, quegli
è sullo sfondo delle macerie della Seconda guerra mondiale, nella luce abbagliante di Hiroshima e mentre ancora i fumi di Birkenau incombono sull’Europa, che la democrazia si fa“occidentale”. Alle spalle, un decennio terribile, quegli anni Trenta in cui sia le istituzioni della democrazia rappresentativa sia il capitalismo liberale erano parsi in procinto di essere travolti da inedite sfide. La «democrazia borghese», scriveva Joseph Schumpeter nel pieno della guerra, merita di essere difesa per quanto ha storicamente realizzato, ma appartiene a un’epoca ormai trascorsa: «questo tipo di stato ha indubbiamente finito di esercitare un fascino su di noi». è bene ricordare la drammaticità delle condizioni a cui deve la propria origine la «democrazia occidentale», il concetto politico a cui questo libro, che si inserisce all’interno della ricerca poliennale del Dipartimento di Politica, Istituzioni, Storia dell’Università di Bologna, è dedicato. Un insieme di complessi percorsi disciplinari, che coinvolgono la scienza giuridica e l’economia politica, la sociologia e le relazioni internazionali, converge negli anni Quaranta e Cinquanta in una vera e propria re-invenzione della democrazia, di cui i diversi capitoli del volume si propongono di saggiare efficacia e limiti.