Calabria 1903
Cartaceo
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A spingere J.V. Widmann a intraprendere nella primavera del 1903 un viaggio in calabria è, a parte la bellezza dei luoghi intravisti anni prima dalla costa siciliana, il desiderio di stendersi su una spiaggia
A spingere J.V. Widmann a intraprendere nella primavera del 1903 un viaggio in calabria è, a parte la bellezza dei luoghi intravisti anni prima dalla costa siciliana, il desiderio di stendersi su una spiaggia assolata a guardare il mare, stufo della nebbia e del freddo della svizzera; secondario il richiamo, pure presente, della magna grecia. J.V. Widmann è, da questo punto di vista, uno dei primi turisti moderni che visitano la calabria. come giornalista, è abituato a catturare, e a riprodurre in una scrittura veloce, le impressioni e le suggestioni che gli vengono dagli incontri umani e dai paesaggi intravisti dal treno in corsa fra rupi a strapiombo sul mare e baie solitarie, più con l’occhio del pittore che del fotografo. Come il più vacanziero dei turisti paga, comunque, il suo tributo culturale visitando i luoghi legati ad una qualche memoria storica – la Crotone di Pitagora, la Paola di San Francesco, il Busento di Alarico, la Pizzo di Murat –. ma nel ricordo resta soprattutto la nostalgia del silenzio che connota il paesaggio rotto solo dal suono della campana di una chiesa o di un convento invisibili. In un concorso di sole, cielo, mare, monti e memorie storiche, unico al mondo, la realtà supera la fantasia e provoca nel visitatore forestiero una sensazione di grande armonia, «come se la natura volesse esprimere sentimenti umani e stati onirici».