Aspra Calabria
Prefazione di Eugenio Scalfari
«[…] sembra di leggere un romanzo con uomini d’avventura – scrive Eugenio Scalfari nell’introduzione a questo libro – guardie e ladri, corrotti e corruttori, tutto fantasia, un Hemingway, ma no, un Conrad che scrive
«[…] sembra di leggere un romanzo con uomini d’avventura – scrive Eugenio Scalfari nell’introduzione a questo libro – guardie e ladri, corrotti e corruttori, tutto fantasia, un Hemingway, ma no, un Conrad che scrive sul cuore di tenebra. e invece…». Aspra Calabria è un duro reportage, un racconto sbalorditivo che svela il segreto dei «lupi feroci» che vivono tra le impervie montagne dell’Aspromonte, che continuano silenziosi ma ingombranti a dettare legge, a governare e a tenere in vita i loschi commerci di tutte le mafie del mondo: la droga, il riciclaggio dei profitti, gli appalti, il pizzo… dalle tane in montagna alla pianura, Taurianova, Gioia Tauro, Scilla, Palmi, Reggio. Qui la mafia calabrese prende forma attraverso «i servitori dello stato», artefici e vittime di un’insanabile deformazione mentale, culturale, sociale, troppo salda, difficile da estirpare. siamo nei primi anni ’90 quando il giornalista Giorgio Bocca racconta dell’Aspra Calabria. Da allora la ’ndrangheta è più ricca e più invadente che mai: «da Platì e dagli altri borghirifugio, gli ordini e gli affari arrivano a Milano, a Marsiglia, ad Amburgo, a Bogotà, a Tokyo, in Kossovo, in Montenegro, a Mosca». Il male di vivere del sud è divenuto dell’Italia intera, e del mondo intero. Bocca racconta fatti e realtà viste con i suoi occhi durante le trasferte calabresi: soprusi, abusi, ingiustizie, prepotenze, illegalità, oppressione.