Alle origini del moderno Occidente tra XIX e XX secolo
a cura di Fulvio Cammarano
Prefazione di Tiziano Bonazzi
Cartaceo
€11,40 €12,00
Il concetto di «Occidente» sotto forme diverse ha accompagnato sin dall’antichità la storia dell’umanità. Tuttavia non c’è dubbio che tra Ottocento e primi anni del Novecento sia iniziato un processo di rapida evoluzione che
Il concetto di «Occidente» sotto forme diverse ha accompagnato sin dall’antichità la storia dell’umanità. Tuttavia non c’è dubbio che tra Ottocento e primi anni del Novecento sia iniziato un processo di rapida evoluzione che sembra collegarsi all’inizio del declino della centralità europea. Proprio allora quello che era uno spazio ben definito e poco discusso (l’Europa, di cui tutt’al più si dibatteva la questione dei confini orientali) finì per perdere i suoi incontrastati punti di riferimento per dare vita a uno spazio nuovo, l’Occidente, dotato di una“energia” dirompente che, trascendendo i confini geografici, si definiva simbolicamente e ideologicamente sulla base di un insieme di valori, più o meno fluttuanti, in grado di creare un nuovo senso di appartenenza.Il volume prende in esame questa travagliata fase da cui sono nate le premesse geopolitiche di quell’idea di Occidente che ancora oggi fa parte del nostro più o meno inconscio bagaglio culturale. I saggi, partendo da osservatori per diverse ragioni“ai margini” del sistema, mettono in luce i modi attraverso i quali si definì quel processo di costruzione identitaria. Se, per l’Europa, la riflessione degli intellettuali italiani è un modo per vedere il problema da un centro «periferico», ansioso di rafforzare il legame con il suo nucleo «forte», quello franco-anglo-tedesco, la Russia e l’Impero Ottomano rappresentano invece i tribolati limiti dell’idea di Europa, su cui i contemporanei già allora s’interrogavano. Di converso, la riflessione di Wilson rappresenta il punto di arrivo di un percorso che portò gli Stati Uniti dal ruolo di eccentrica nazione ai margini della civiltà al centro del cosiddetto «sistema occidentale». Il pensiero di Toynbee dei primi anni ’20, infine, sembra farsi interprete di un’ipotesi alternativa a quella che fu espressa da Spengler nel suo celebre Il Tramonto dell’Occidente.
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