Paolo Portoghesi
(Roma 1931) si è battuto fin dall’inizio del suo lavoro di storico e di architetto per operare una sintesi tra le conquiste dell’architettura moderna e l’insegnamento che viene dalle diverse tradizioni, combattendo la prospettiva di un’architettura omologata, eguale in ogni parte del mondo. Ha insegnato Storia dell’Architettura e Composizione alla Sapienza di Roma e nel Politecnico di Milano e insegna tuttora la “Geo-architettura”, che studia i mezzi per sottrarre l’architettura attuale al suo ruolo negativo nei confronti dell’ambiente. Ha avuto riconoscimenti internazionali come la Légion d’Honneur, le lauree honoris causa delle università di Ginevra, Losanna e La Plata e la nomina a membro onorario all’American Association of Architects. È stato presidente della Biennale di Venezia e dell’Accademia di San Luca ed è membro dell’Accademia dei Lincei, dell’Accademia fiorentina delle Belle Arti, dell’Accademia Ligustica di Genova e delle Accademie Russa e Ungherese. Come scrittore ha pubblicato numerosi libri, alcuni dei quali tradotti in diverse lingue, tra questi: Roma Barocca, Roma del Rinascimento, Francesco Borromini, Architettura e Natura, Dopo l’architettura moderna, L’Angelo della storia, La mano di Palladio, Imre Makovecz. Ha progettato opere di architettura presenti in Italia e nel Mondo. Le sue architetture, che hanno anticipato sia il Postmoderno che l’uso delle superfici curve e l’ispirazione dalle forme della natura, hanno come principio ispiratore una affermazione di Gustav Mahler: «La tradizione è custodire il fuoco non adorare le ceneri».